Resezione Endoscopica della Prostata (TURP)

turp fotoLa TURP è un intervento che consiste nella rimozione dell’adenoma prostatico.

Tale intervento viene effettuato per via endoscopica transuretrale. Lo scopo è la rimozione chirurgica di tutto l’adenoma consentendo il miglioramento dei disturbi urinari.

L’intervento viene eseguito in anestesia generale o spinale/peridurale.

Il paziente è in posizione supina, con le gambe poggiate sui cosciali.

Lo strumento operativo (resettore) viene introdotto attraverso l’uretra fino a visualizzare l’uretra prostatica ed i lobi adenomatosi ostruenti. Viene utilizzato un sistema di irrigazione continua con soluzione fisiologica o glicina. Se necessario (per adenomi voluminosi) si procede al posizionamento di una cannula sovrapubica che consente di lavorare in maniera continuata a pressioni costanti. Le lesioni viene rimosso con l’uso di ansa da resezione, che porta la corrente di un elettrobisturi; l’ansa diatermica, scorrendo asporta “a fettine” dalla base all’apice l’adenoma ostruente (resezione) fino a raggiungere la capsula prostatica. Completata l’asportazione dell’adenoma fino alla capsula, si procede alla coagulazione di eventuali zone di sanguinamento nella sede di resezione. L’intervento si conclude spesso con il posizionamento di un catetere vescicale a 3 vie per il lavaggio continuo; la fuoriuscita di liquido di lavaggio chiaro è indice di buona emostasi (il termine medico per indicare la coagulazione).

La procedura dura circa 30-80 minuti, a seconda delle dimensioni dell’adenoma

Il Paziente deve segnalare eventuali patologie a carico delle valvole cardiache, eventuali disturbi della coagulazione noti o alterazione dei tempi di sanguinamento riscontrati in corso di precedenti manovre (per es. estrazioni dentarie).

  • I Pazienti che assumono antiaggreganti piastrinici (Cardioaspirina, Aspirinetta, Ascriptin e analoghi) devono sospendere il trattamento 7 giorni prima della biopsia, sostituendolo eventualmente con Eparina a basso peso molecolare (sotto il controllo del Medico Curante).
  • I Pazienti che assumono Sintrom o Coumadin devono sospendere il trattamento 10 giorni prima sostituendolo con Eparina a basso peso molecolare (sotto il controllo del Medico Curante). Il giorno dell’intervento è necessario portare in visione il referto relativo a ecg e esami ematochimici comprensivi di assetto coagulativo.

Il giorno dell’intervento dovrà portare in visione:

  • il referto della flussometria o dell’esame urodinamico
  • un esame delle urine con urinocoltura
  • l’ultimo dosaggio del PSA totale
  • eventuali ecografie o risonanze prostatiche già eseguite
  • eventuali scintigrafie ossee o TC

Il giorno dell’intervento: Il paziente tornerà in stanza con il catetere vescicale a tre vie con una irrigazione continua (cistoclisi), un accesso venoso per l’infusione di liquidi o di terapie necessarie. Rimarrà a letto fino all’indomani dell’intervento.

1° giorno postoperatorio: dovrà alzarsi e mettersi seduto, ma solo con l’aiuto del personale infermieristico di reparto. Cefalee o mancamenti sono assolutamente normali in quanto dovuti all’anestesia e allo stress chirurgico. E’ consentito fare colazione con the, marmellata e fette biscottate. Se avesse nausea o vomito è meglio evitare l’assunzione di alimenti per via orale. L’emissione di gas è conferma della ripresa della motilità intestinale e dovrà essere comunicata al personale medico o infermieristico

2° giorno postoperatorio è assolutamente necessaria la mobilizzazione del paziente. Sempre con l’aiuto del personale infermieristico dovrà iniziare a muovere i primi passi e a camminare.. Se il medico lo riterrà possibile si rimuove il catetere vescicale e si monitorizza la diuresi.

3° giorno postoperatorio come potrà notare si verifica una ripresa rapida di tutte le capacità fisiche. Il medico deciderà quando è possibile dimetterla dall’ospedale.

Dopo la dimissione è preferibile evitare sforzi e viaggi in macchina, moto, bicicletta per tre settimane. Per i rapporti sessuali è necessario attendere almeno 45 giorni. Nei primi giorni dopo la rimozione del catetere sono frequenti l’aumento del numero delle minzioni e il bruciore urinario. Se questi sintomi tendessero a peggiorare è consigliabile eseguire l’esame delle urine e l’urinocoltura. Quello che noterà da subito dopo l’intervento è un aumento del calibro del getto.

Appena disponibile il risultato dell’esame istologico sarà nostra premura contattarla per comunicarglielo.

Complicanze precoci:

  • emorragia (incidenza maggiore rispetto alla tecnica endoscopica);
  • infezioni delle vie urinarie;
  • infezioni dell’epididimo (è un piccolo dotto che collega i testicoli al dotto deferente);
  • perforazione capsulare
  • tur sindrome: se la resezione fosse prolungata si può avere un riassorbimento del liquido di lavaggio con conseguente, malessere generale, nausea, vomito (tur sindrome)

Complicanze tardive:

  • eiaculazione retrograda (durante l’eiaculazione il liquido seminale, anziché fuoriuscire dall’uretra, refluisce in vescica determinando infertilità) (80-90%): è dovuta alla perdita del meccanismo di chiusura del collo vescicale (situazione comune a tutti gli interventi chirurgici effettuati per questa patologia);
  • incontinenza urinaria (2,3%): è per lo più una incontinenza da “stress”, ovvero si evidenzia in occasione di aumenti della pressione endoaddominale (colpi di tosse, starnuti, sollevamento di pesi);
  • sclerosi del collo vescicale (restringimento cicatriziale dopo l’intervento): si osserva nel 2-3% dei casi e si instaura dopo circa 6-12 settimane dall’operazione. I sintomi sono quelli dell’ostruzione vescicale ingravescente. Questa complicanza può essere corretta con un intervento endoscopico che consiste nell’incidere il collo vescicale;
  • stenosi uretrale: qualunque manovra endoscopica è soggetta a possibili traumatismi dell’uretra che ne determinano un restringimento. In relazione alla sede e alla lunghezza della stenosi si decide che tipo di intervento è più corretto eseguire per correggere questo restringimento del canale uretrale
  • adenoma residuo: è possibile che a distanza di tempo dei gettoni di adenoma residuo ricrescano. Se questi diventano causa di disturbi urinari è necessario rimuoverli endoscopicamente.
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