Sacrocolpopessi Robotica

sacrocolpopessiLa sacrocolpopessi è un intervento che consiste nell’ancoraggio dell’utero e della vescica prolassati all’osso sacro tramite l’impiego di una mesh.

Tale intervento può essere effettuato per via robotica (collegamento di un robot che viene comandato dal chirurgo e fa da tramite per la esecuzione dell’intervento) o anche laparoscopica.

Non esistono attualmente metodiche alternative, né per la diagnosi, né per la terapia, in grado di assicurare risultati a lungo termine (>10 aa) superiori a quelli ottenibili con la sacrocolpopessi sia essa eseguita laparoscopicamente o a cielo aperto. I risultati attuali della tecnica robotica sono incoraggianti e fanno pensare che essa possa essere comparabile se non superiore alle tecniche precedentemente citate.

L’intervento viene eseguito in anestesia generale.

La paziente è in posizione supina (a pancia in su) con le gambe lievemente divaricate, le braccia lungo i fianchi. .

Tecnica Robotica Si pratica il pneumoperitoneo (ossia si gonfia la pancia con gas CO2 per creare lo spazio di lavoro). Si eseguono 5 piccole incisioni sull’addome attraverso le quali verranno introdotti in addome i trocars tramite i quali vengono fatti passare gli strumenti robotici e laparoscopici. Si avvicina il robot e si collegano i suoi bracci alle relative porte.

Il chirurgo operatore si pone alla consolle e l’aiuto resta a fianco del paziente. Si incide il peritoneo a livello del sacro e si prepara lo spazio fra retto e vagina fino ai fasci del muscolo elevatore dell’ano ai quali viene fissata una mesh posteriore con 2 punti non riassorbibili. Si prepara lo spazio fra vagina e vescica. Si posiziona una mesh anteriore ancorandola alla parete superiore della vagina. Questa mesh verrà solidarizzata a quella precedente e insieme verranno fissate all’osso sacro. Al termine dell’intervento viene richiuso il peritoneo. Sutura delle porte dei trocars con punt riassorbibili. L’approccio robotico o laparoscopico consente una degenza ospedaliera ridotta, una convalescenza agevole indolore e piu rapida.

Il Paziente deve segnalare eventuali patologie a carico delle valvole cardiache, eventuali disturbi della coagulazione noti o alterazione dei tempi di sanguinamento riscontrati in corso di precedenti manovre (per es. estrazioni dentarie).

  • I Pazienti che assumono antiaggreganti piastrinici (Cardioaspirina, Aspirinetta, Ascriptin e analoghi) devono sospendere il trattamento 7 giorni prima della biopsia, sostituendolo eventualmente con Eparina a basso peso molecolare (sotto il controllo del Medico Curante).
  • I Pazienti che assumono Sintrom o Coumadin devono sospendere il trattamento 10 giorni prima sostituendolo con Eparina a basso peso molecolare (sotto il controllo del Medico Curante). Il giorno dell’intervento è necessario portare in visione il referto relativo a ecg e esami ematochimici comprensivi di assetto coagulativo.

Il giorno dell’intervento dovrà portare in visione:

  • un esame delle urine con urinocoltura
  • eventuali ecografie o risonanze magnetiche già eseguite
  • eventuali Urografie o Uro TC

Il giorno dell’intervento: La paziente tornerà in stanza con il catetere vescicale, ma senza drenaggio e con un accesso venoso per l’infusione di liquidi o di terapie necessarie. Rimarrà a letto fino all’indomani dell’intervento.

1° giorno postoperatorio: dovrà alzarsi e mettersi seduta, ma solo con l’aiuto del personale infermieristico di reparto. Cefalee o mancamenti sono assolutamente normali in quanto dovuti all’anestesia e allo stress chirurgico. E’ consentito fare colazione con the, marmellata e fette biscottate. Se avesse nausea o vomito è meglio evitare l’assunzione di alimenti per via orale.

2° giorno postoperatorio è assolutamente necessaria la mobilizzazione della paziente. Sempre con l’aiuto del personale infermieristico dovrà iniziare a muovere i primi passi e a camminare. L’emissione di gas è conferma della ripresa della motilità intestinale e dovrà essere comunicata al personale medico o infermieristico.

3°-4° giorno postoperatorio come potrà notare si verifica una ripresa rapida di tutte le capacità fisiche. All’interno di questo intervallo di tempo il medico deciderà quando è possibile dimetterla dall’ospedale. Molto probabilmente in 4° giornata verrà rimosso il catetere vescicale, urinerà liberamente e potrà essere dimessa.

Dopo la dimissione è preferibile evitare sforzi e viaggi in macchina, moto, bicicletta per quatttro settimane. Nei primi giorni dopo la rimozione del catetere sono frequenti l’aumento del numero delle minzioni e il bruciore urinario. Se questi sintomi tendessero a peggiorare è consigliabile eseguire l’esame delle urine e l’urinocoltura..

Durante l’intervento si possono verificare le seguenti complicanze:

  • emorragia intra-operatoria (< 1%)
  • lesione vascolare (< 1%)
  • lesione viscerale (<1%)
  • conversione <1%

Dopo l’intervento si possono verificare le seguenti complicanze:

  • infezione della mesh 1%;
  • infezioni di ferita 1%;
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